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ANTONIO CEREDA
 pittore e scultore


CEREDA nasce Monza nel 1921. Da giovane frequenta Bucci e Frisia e la Scuola d'Arte "Mosé Bianchi" di Monza, sotto la guida di Perini, poi l'Accademia di Belle Arti di Brera. E' fondatore della galleria "San Luca" di Monza insieme a Pittigliani, Pivetta, Meloni e altri; vi espongono grandi artisti contemporanei, tra cui Sironi, Rosai, Mirò. Fa parte della "scuola di Milano", operando in modo originale all'interno del gruppo formato da Fontana, Dangelo, Baj, Dova, Crippa e altri.
Tra le altre prestigiose sedi, ha esposto alla Biennale di Venezia, ed è accolto in vari musei come il Museo "Bonzagni" di Cento, Ferrara, insieme ai maggiori artisti contemporanei; "CENNI CRITICI " Le opere di Cereda sono un' occasione preziosa per riscoprire il lungo magistero di un artista che ha fatto dell'inconscio la fonte della sua poetica (Avvenire 22-5-99) L'Arte come manifestazione immediata dello psichico, come la grande tradizione europea insegna, ma come vuole anche la cosiddetta "scuola di Milano" in cui Cereda opera con piena cittadinanza e autonomia (Felice Bonalumi, Avvenire 18 Nov. '99).
L'artista, che, negli anni
'50, ha operato all'interno del gruppo nucleare, con Fontana, Bai, Dangelo, Crippa, ha messo a punto una tecnica pittorica che si chiama "Acqua pesante", che gli consente la resa di immagini drammatiche, evocatrici di associazioni inconsce. (Melisa Garzonio "Vivimilano" 19- Maggio '99).

E ancora Aoristias di ARTECULTURA così scrive:
Dopo un complesso lavoro di documentazione,
Maria Fortunata Lombardo presenta una preziosa monografia dedicata ad Antonio Cereda.

L'Artista dalla vita tormentata, niente affatto facile, ha ispirato il suo linguaggio ad una creativa visione surrealista.; lavora alla Pirelli e il contatto quotidiano con nuovi materiali come la gomma e i cavi elettrici, nero fumo, lo inducono a innovative esperienze tecniche, ad esempio la pittura realizzata con intervento di olio e "acqua pesante" su tela. Le sue immagini sono il frutto di un'efficace immaginazione che nell'inconscio avverte una viva compenetrazione di figura e astrazione. Il ritmo è organicamente metaforico alla stregua di certe fantasie medioevali dell'alchemico incantamento di un Bosh. Il lavoro della Fortunata Lombardo illumina con pertinenti riflessioni il mondo fantastico e poeticamente vigoroso di Antonio Cereda (Aoristias 2-2-2000 recensioni libri).

Cereda dipinge con una tecnica pittorica da lui inventata, ancor prima degli anni '50. L'acqua pesante, catrame, acqua, acidi mescolati danno un'esplosione di bollicine bianche e nere, sono buchi disegnati, porte aperte verso il profondo, si evidenziano i nessi tra la tecnica pittorica di Cereda e i tagli e i buchi di Fontana, che, come abbiamo dimostrato hanno la loro genesi nell'acqua pesante di Cereda.

La materia di cui è composta ha una valenza simbolica, il catrame rappresenta tutto ciò che sta sotto e l'acqua la memoria, gli acidi rappresentano la corrosione dell'animo.
Come Franz Kafka, in letteratura, Cereda guarda aldilà dell'oggetto e porta alla superficie delle figure e dei gesti nascosti negli anfratti oscuri dell'inconscio e sviluppa un'altra realtà umana, quella dei sogni, delle attività subcoscienti, degli incubi e delle angosce non comuni. Ma il dramma viene superato dalla poetica surreale in cui le immagini sono opposte provvtsorie sorprendenti. Nonostante l'apparente conservazione delle forme della pittura tradizionale la visione assume una portata rivoluzionaria. M.F.L.

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