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Maria Fortunata Lombardo

ANTONIO CEREDA, MERCURIO PSICOPOMPO: a lui Fontana si ispira e ne sintetizza l'opera nei buchi e nei tagli.

Sul numero 146 di Linguaggio Astrale, a pagina 57, è apparso un trafiletto di Marco Gambassi sull'arte di Lucio Fontana. Mi permetto qui di seguito di fare un breve commento, mettendo in valore un altro artista, Antonio Cereda, personalità tragicamente vera, e autentico maestro della scuola di Milano degli anni '50 (formata da Fontana, Dova, Reverelli, Baj, Dangelo, Crippa, etc.).
Cereda, mi sembra, ha influenzato non solo Fontana ma anche molti artisti della stessa scuola.


L.A. 154-550

Antonio Cereda è Mercurio psicopompo (Mercurio, Hermes o Ermes, è il messaggero degli Dei, ovvero il Dio della ricerca e dell'indagine psicoanalitica).
Lucio Fontana sul cartoncino di una mostra di Cereda così scrive: "Gli oggetti di Cereda stanno nell'arte o fuori dell'arte? Nell'arte tradizionale no. Per me sono documenti dell'evoluzione dell'arte nel tempo" (l'arte di Fontana nda).
Questa frase, alquanto oscura per me, è apparsa molto chiara nel proseguire i miei studi su Cereda.
Questo concetto è analizzato nella mia ricerca: Antonio Cereda, Artista surreale a cui ho dedicato cinque anni di lavoro nella raccolta di documenti, foto delle opere, interviste ad alcuni componenti della Scuola di Milano (a cui aderirono Fontana, Baj, Dova, Crippa, Dangelo e altri), collezionisti e colleghi di fabbrica.
Cereda è stato alla ribalta dagli anni '50 agli anni '70, periodo in cui è presente nelle migliori gallerie d'arte. È uno dei fondatori della galleria "San Luca" di Monza, in cui espone insieme a Sironi e a famosi artisti contemporanei. È tuttora presente nel museo Bonzagni di Cento, Ferrara, insieme a Fontana, Sironi, Pomodoro, Reggiani, etc.; alcuni suoi. quadri si trovano nei musei di Mosca (Puskin); espone tra l'altro nella galleria dei Pirelli, direttore Severgnini, attuale amministratore alla scala di Milano. Inoltre è presente alla Biennale di Venezia.
Cereda come Mercurio psicopompo, che è Dio della ricerca e dell'indagine psicoanalitica, ha le capacità di trasformare in esplicito ciò che è taciuto, portando fuori quello che stenta a restare dentro. Sorprende, perciò, vedere Ermes, che è il Dio della comunicazione, nel momento in cui il discorso parlato cade e si spegne sottolineando il momento più alto: la morte (la quale è silenzio assoluto, per questo Ermes quando si presenta nella veste di psicopompo, di accompagnatore delle anime, suscita attorno a sé il silenzio che caratterizza il regno dell'aldilà, che nella psicoanalisi significa esplorazione dell'anima).
"Le opere di Cereda sono un'occasione preziosa per riscoprire il lungo magistero di un'Artista che ha fatto dell'inconscio la fonte della sua poetica" (Avvenire 22-5-99). "L'Arte come manifestazione immediata dello psichico, come la grande tradizione europea insegna, ma come vuole anche la cosiddetta Scuola di Milano" (Avvenire 18-11-99).
L'Artista negli anni '50 è maestro all'interno del gruppo Nucleare, formato da Baj, Dangelo, Peverelli, Fontana, che adotta la tecnica pittorica inventata da Cereda: l'acqua pesante: "Questa tecnica pittorica gli consente la resa d'irn-magini drammatiche evocatrici di associazioni inconsce" (Melisa Garzonio, Vivimilano 19-03-99).
Cereda nasce a Monza nel 1921. La madre è nipote di Papa Ratti, Pio XI, la nonna paterna è una Donizetti. Da giovane frequenta Bucci e Frisia e la Scuola d'arte Mosè Bianchi di Monza, poi l'Accademia di Belle Arti di Brera. Segue Carrà alla Scala di Milano e gli ambienti artistici milanesi. Dopo aver vissuto un'adolescenza tormentata, a tredici anni assiste al suicidio di una persona a cui tenta di portare soccorso. Poi, novello psicopompo, porta la notizia ai parenti del pòveretto presso il bar di via Luciano Manara a Monza; qui incontra il maestro Bucci. Il padre si oppone con violenza alla vocazione di artista del ragazzo per il quale auspica studi superiori e l'università. Appena ventenne viene coinvolto nella seconda guerra mondiale, nella campagna di Russia. Viene ferito alla testa mentre guida, moderno Mercurio, una moto 500 BSA, come porta ordini di prima linea tra una compagnia e l'altra. Fa tutta la ritirata a piedi.
Cereda alterna la pittura al lavoro in fabbrica presso la Pirelli, dove opera di notte, di giorno si occupa d'arte. Nella fabbrica Cere da lavora nel settore "nero-fumo", dove vi sono i pozzi buchi neri ove i treni versano la polvere nera per le gomme (da questi buchi si accede all'Ade). Poi ottiene uno studio in fabbrica dove crea le sue opere e i vertici le collezionano.
Qui nella Pirelli fin dagli anni quaranta trova i colori dell' "acqua pesante" da lui elaborata, composta di catrame, acqua, acidi, nerofumo mescolati. Questa tecnica mette in evidenza come nel linguaggio simbolico il catrame rappresenti tutto ciò che sta sotto e l'acqua la memoria. Le bollicine scure dell'acqua pesante sono buchi disegnati, porte aperte verso il profondo. Si evidenziano i nessi tra la tecnica pittorica e i tagli e i buchi di Fontana, che hanno, a nostro avviso, la loro genesi nell'acqua pesante di Cereda, che nella propria opera cerca di raggiungere ciò che non è immediatamente visibile. Questo cammino all'interno dell'organismo sposta l'attenzione sul mondo del sogno, dell'incoscienza, sul quale aveva indagato Freud e poi Jung. Come Franz Kafka in letteratura, Cereda nelle sue opere guarda al di là dell'oggetto e porta alla superficie delle figure e dei gesti nascosti negli anfratti oscuri dell'inconscio, e sviluppa un'altra realtà umana, quella dei sogni, delle attività subcoscienti, degli incubi e delle angosce non comuni, ma il dramma viene superato dalla poetica surreale in cui le immagini sono opposte, provvisorie, sorprendenti.
Nonostante l'apparente conservazione delle forme della pittura tradizionale, la visione assume una portata rivoluzionaria: se l'assurdo e l'irreale penetrano così profondamente nella realtà, al punto di identificarsi con essa, la realtà stessa finisce per risultare come la dimensione più assurda dell'esistenza. Il surrealismo, a cui Cereda si ispira, tende a razionalizzare l'irrazionale, espresso con un linguaggio normale, come nelle narrazioni di Kafka. Propone la più radicale delle rivoluzioni artistiche (contro il positivismo e il tecnicismo didattico deE Bauhaus) per cui secondo Guillaume Apollinaire, l'Arte deve cessare di essere rappresentativa, vuota immagine, ma aderenza totale all'attività psichica pura, quando il pensiero si spoglia della ragione, delle strutture del convenzionale.
La riuscita di Cereda consiste nella lealtà verso se stesso, verso la spontaneità dell'espressione artistica, non priva di profonda meditazione supportata dalle tecniche pittoriche inventate come l'acqua pesante, le tecniche speciali con la fiamma ossidrica con cui incolla legno a legno e le tecniche della fusione della plastica.
Ho cominciato a studiare l'artista Antonio Cereda fin dai primi mesi del 1995, quando venne a trovarmi nel mio studio a Milano.
Cereda è nato a Monza il 29/08/1921 ore 7.10/7.15 (Sole in Vergine, ascendente Vergine). Ha un aspetto dimesso, (quasi tenente Colombo della TV); narra la sua avventura in Russia, eroe della seconda guerra mondiale, ha una placca di metallo in testa, vede con un solo occhio. È quasi sordo. Mi racconta, in vari incontri, la sua vita, che cerco di ricostrujre nel libro U Antonio Cereda artista surreale"; afferma tra l'altro di aver lavorato nello studio di Lucio Fontana fin dal '48, di essere stato il maestro di Baj e di Dangelo e di altri artisti della scuola di Milano.
Vado in giro per la Lombardia a cercare le opere di questo timido e orgoglioso maestro, allo stesso tempo artista con la A maiuscola.
Visito molti collezionisti, trovo spesso le opere di Cereda senza firma e senza titolo. Fotografo le opere.

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Cereda, con il suo Sole e il suo Mercurio in 12° campo, tende a schivare la gloria; al contrario di Fontana che è istrionico con il suo Plutone congiunto alla Luna, e a Nettuno in Gemelli (forse nel 7° campo), è fantasioso intelligente e comunicativo, è sintetico come vuole la moda degli anni cinquanta o il Bauhaus; è alquanto misterioso. Fontana ha alcuni pianeti in segni d'aria, come Mercurio in Acquario e il governatore dell'Acquario, Urano, all'ascendente (ipotetico).
Proietta i suoi segni nello spazio-tempo (Linguaggio Astraie n.146 pago 57); a mio avviso, a sintetizzare l'opera di Cere da è lo stesso Fontana che scrive: "le opere di Cereda per me sono documenti dell'evoluzione dell'arte (di Fontana) nel tempo".


Fontana va in aria, Cereda si dirige agli Inferi.

Cereda con la sua Luna congiunta a Plutone in Cancro arna l'acqua di Plutone (catrame), Fontana ama la stilizzazione; Cereda con il suo Mercurio-Vergine in 12° campo ama il particolare e l'introspezione e inventa nuove tecniche pittoriche. Fontana forse non ha disdegnato di firmare le opere di Cereda oppure gli sono state attribuite da altri, dai mercanti, perché più quotate.
Bisognerebbe fare un'analisi chimica dei colori delle opere di Fontana per poter constatare se sono fatti con i colori di Cereda, colori presi nello stabilimento PirelIi, come il nero fumo, quindi fatti da Cereda.
Ho sottomano due libri d'arte di opere in ceramica attribuite a Fontana, ma io riconosco la mano di Cereda nel primo e la mano di Fontana nel secondo.
Cereda, con il suo Giove e Saturno ascendente, è un maestro e influenza gli artisti dagli anni '50 ai '70 del secolo scorso; spero di aver riportato alla luce un artista autentico, sincero, tragicamente vero, non epigono di Fontana, ma originale e generoso.
Cereda è morto il 2S Agosto 2008 ore 20. MI

Tema non domificato di Lucio Fontana.

Lucio Fontana (artista conosciuto per i tagli ed i buchi sulla tela) è nato il 19.02.1899 a Rosario Argentina. Non si conosce l'ora di nascita. L'ora di nascita ipotetica a mio avviso potrebbe essere avvenuta alle 3.30 a.M.T. Lucio Fontana è claudicante: l'ascendente potrebbe cadere in Sagittario.

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Maria Fortunata Lombardo è giornalista pubblicista e critica d'arte siciliana, monzese d'adozione dirige a Milano un Centro artistico culturale intitolato a suo nome.
Ha pubblicato in merito il testo "Antonio Cereda, artista surreale", ediz. Laser. Via Gondar 51 20052 Monza (Mi)
TELEFONO: 039/733738 cellulare: 338/6659984. silviaangiolini@libero.it

ANTONIO CEREDA

Molti artisti hanno adottato le invenzioni di CEREDA ma poi si sono guardati bene dal confessarlo.
BAJ, per esempio, dichiara addirittura che L'ACQUA PESANTE è sua propria invenzione; mente spudoratamente; i materiali dell' ACQUA PESANTE sono quelli della PIRELLI, e non possono essere che di CEREDA, vedere la testimonianza di DANGELO. BAJ si è appropriato persino dei racconti avventurosi della vita di CEREDA, come il dipingere sui lenzuoli di casa..
BAJ deve molto a CEREDA (come FONTANA), a pag.36-37 della monografia su CEREDA, è stata pubblicata una lettera autografa di BAJ: Milano lO febbraio 1956:

"Caro CEREDA, ti preciso che la mostra alla galleria S.LUCA di Monza, comprende tra spaziali e nucleari,i seguenti artisti: BAJ,CRIPPA, DANGELO, DOVA, FONTANA, PEVERELLI... a seguito di un mio colloquio con il maestro FONTANA, posso precisarti, che l'unica eccezione, che io e FONTANA vedremmo con piacere, sarebbe la tua partecipazione.( ) "

BAJ è laureato in legge, il padre è costruttore e non gli nega i soldi per comprarsi le tele.
La lettera di BAJ è stata pubblieata anche sul catalogo d'Arte Mondatori a pago 304,n. 32 del 1996-97.

MARIA FORTUNATA LOMBARDO
ANTONIO CEREDA
A cura dì
MARIA FORTUNATA LOMBARDO

ANTONIO CEREDA E'NATO A MOMZA IL 28-8-1921 ORE 7,10
E' MORTO A MILANO IL 29 AGOSTO 2008 ore 20

ANTONIO CEREDA è un Artista schivo e autentico, è un eroe della seconda guerra mondiale. Rifiuta il compromesso.
Fin da ragazzino cominciò ad apprendere l'arte della pittura. da grandi maestri,come ANSELMO BUCCI, FRISIA ed altri, tra cui CARRA'. Tutto cio' è narrato nella monografia, da me scritta: ANTONIO CEREDA, ARTISTA SURREALE.
Ha frequentato le scuole artistiche di Monza e poi l'accademia di Brera, spinto dalla sua grande sete di conoscenza dei segreti dell'arte: egli stesso sperimentava tutte le tecniche e anticipava dei mezzi espressivi volti alla resa di immagini che evidenziano la ricerca psicoanalitica.
CEREDA E' STATO L'ARTISTA DEGLI INDUSTRIALI PlRELLI, che finanziavano un'importante GALLERIA D'ARTE (CIRCOLO), dove si alternavano i piu' grandi Maestri del '900. Alla BICOCCA, CEREDA lavorava in uno studio dentro lo stabilimento PIRELLl, dove creava pitture e sculture, inventava L'ACQUA PESANTE, dai materiali trovati nei laboratori della ditta: NERO FUMO, CATRAME, OLII BRUCIATI, COLORI PER I FILI ELETTRICI, soprattutto POLVERI BLU E GIALLE. Questi materiali servivano per i manufatti che uscivano dalla fabbrica. L'ARTISTA utilizzava la fiamma ossidrica, incollava legno a legno con il fuoco (non ha rivelato come), sperimentava e creava con la plastica e il ferro e materiali di recupero. (vedere gli scritti dci suoi allievi TIBERIO RILLI c SERGIO DANGELO) Testimoniano che CEREDA NON E' UN EPIGONO, MA UN MAESTRO IMPORTANTE, non solo all'interno della SCUOLA DI MILANO. E' IL MAESTRO DELLE AVANGUARDIE ITALlANE DEL '900. Ha influenzato FONTANA, BURRI, e tutti i NUCLEARI.
LETTERA AUTOGRAFA DI SEGIO DANGELO
Negli anni "50", che ancora aspettano una chiara "STORIA" esatta e logica, nella allora attivissima "SCUOLA DI MILANO" non soltanto nascevano ~movimenti artistici, ma molti di noi si ingegavano nell'invenzione di nuove tecniche. Roberto Grippa dava vita alle sue tipiche "spirali" utilizzando le latte (...) forate, Gianni Dova allargava a dismisura, grazie a fogli di velina leggera, la "decalcomania" di Oscar Dominguez, Aldo Bergolli pareva deciso a gettare i pennelli alle ortiche, privilegiando spatola e cartoni per meglio "drammatizzare" le sue metropolitane. Io mescolavo smalto e tempera alle cose "segrete" dell'intelaiatore Bresciani (che battezzai "Gemma"). Da allora, ovviamente tutti i fautori di cataloghi etichettano il mio materiale come "olio su tela"(?). La mattina del 7 febbraio 1957 mi telefono' ANTONIO CEREDA.
Dovevo raggiungerlo nel suo studio poichè, mi disse, aveva scoperto "L'ACQUA PESANTE". Ci andai incuriosito e per la definizione e per il timore di pericolose detonazioni. Nella via Lomazzo trovai l'anico al lavoro davanti a due grandi vasche in legno e ferro dove il colore, sciolto nell'acqua di quelle scodelle per titani, variante in toni "unici" di un nuovo arcobaleno, andava poi ad adagiarsi sulle tele di cotone che l'artista appoggiava sulla superficie, tolte poi le stesse, grondanti con veloci movimenti rotatori, l'Artista artigiano otteneva quelle immagini prec1se, impeccabili chiarissime, nate senza l'ausilio della mano; la settimana seguente segnalai a Enrico Baj l'avvenimento e, tornati entrambi in via Lomazzo, questi chiese a Cereda di condividere lo studio con lui e i due artisti lavorarono gomito a gomito per parecchio tempo. L'artista nucleare utilizzo' "l'acqua pesante" per le sue prime pitture con le montagne e prima di buttarsi tra dame e generali, fece di quella tecnica largo uso. La felice invenzione di Cereda battezzata "acqua pesante" in forma scherzosa si rivelò utile a buon numero di artisti locali o di passaggio. Una tavola di Cereda esiste per documentare la "storicità" dell'avvenimento. E' intitolata: "Lezione a Baj"

SERGIO DANGELO
MILANO,ottobre 1998

Scarica il fileLettera autografa di Sergio Dangelo
Ho incontrato Antonio Cereda in diverse gallerie di Milano, durante i primi anni Sessanta, ma l'occasione di conoscerlo meglio è awenuta nel 1964, alla Galleria Schettini, durante una mia personale. Presto è nata una profonda amicizia, che ci ha condotto a partecipare insieme in diverse collettive, tra le quali la Prima Biennale "Manzoni Art Center", dove siamo stati premiati. Cereda mi offriva l'opportunità di avere uno studio: in quel periodo, infatti, sorgeva una cascina alle porte di Milano (Chiaravalle). Preso in affitto il piano superiore, lo abbiamo riordinato, e dopo la costruzione di un camino per poterei riscaldare, è diventato il1uogo ideale per le nostre attività artistiche. Per me, giovane pittore, era un fatto importante poter avere uno studio insieme a un grande astrattista, sebbene io, a quel tempo, fossi ancora vicino al figurativo. Ricordo che Cereda scolpiva in cortile "saldando la plastica con il legno", come diceva lui, cosa che per la sua originalità veniva a volte derisa.

Grazie a Cereda, negli anni Sessanta ho potuto conoscere diversi pittori fa famosi. Per esempio, Antonio mi portava nello studio di Lucio Fontana, dove lui e il suo gruppo ci hanno mostrato come dipingevano lanciando con la fionda il colore contro la tela, primo passo verso i famosi tagli e i buchi del Fontana. Cereda con la sua pittura e scultura di fatto insegnava a questi furboni l'arte del futuro (e infatti Burri più tardi bruciava la plastica lasciando il buco). Ho conosciuto anche Armando Pomodoro e suo fratello, che nello studio di via Montenapoleone creava gioielli, anche se spesso il vero autore era il nipote. Poi c'era Dangelo, un altra furbone, che si è sempre occupato di paesaggi (il chiarismo del nord) per poi copiare Cereda, e ora parla del cosmo, dell'universo, forse perché non ha più niente da raccontare: sinceramente, questa faccenda del cosmo mi fa semplicemente ridere. Da Schettinq) ho incontrato un grande nome della storia dell'arte, Carlo Carrà, che mi parlava di quando i suoi quadri ricevevano gli sputi del pubblico e lui, con le lacrime agli occhi, li ripuliva con il fazzoletto.

La grande bontà di Cereda lo portava a regalare i suoi quadri e anche a donare opere d'arte di valore da lui possedute.

Alla fine del 1967, quando a Milano non c'era più posto per i poveri pittori ma tutti gli spazi venivano occupati dai grandi nomi, lasciavo Cereda e mi trasferivo a Parigi. Successivamente passavo in Germania, quindi in Olanda e infine a Vienna: sono stati anni in cui ho fatto poche mostre in quanto, per vivere, ero costretto a cercare dì vendere i miei Quadri e non potevo concentrarmi sulla carriera artistica.

Tornato in Italia, ho vissuto prima a Monza e poi a Solaro, dove ancora risiedo.

Ora che ho saputo della morte del mio amico Cereda, mi resta il rimpianto di non averlo incontrato ancora come nel tempo passato. Nel mio cuore rimane il vuoto, riempito però dai ricordi di quando eravamo poveri, ma insieme cercavamo di creare nuovi linguaggi artistici, attraverso la stilizzazione del colore e della forma, fino ad awicinarci sempre più all'astratto.

TIberio Rilli

Scarica il file"il Cittadino" del 25 novembre 1999
Scarica il fileIl Ponte Italo-Americano
Scarica il fileArtecultura

TITOLO DELLA MOSTRA:

ANTONIO CEREDA, MAESTRO DELLA SCUOLA DI MILANO


Personale 13 Maggio-13 Luglio 2004

Inaugurazione Giovedì 13 maggio 2004 ore 18.30

Orari mostra: Lunedì-Venerdì ore ufficio (è gradito appuntamento)

Sabato e Festivi con appuntamento

ANTONIO CEREDA, PITTORE E SCULTORE PRESENTACIRCA QUARANTA OPERE RACCOLTE PRESSO I COLLEZIONISTI.


LAVORI CON ACQUA PESANTE SU TELA E SU CARTA.

Monografia a cura di Maria Fortunata Lombardo: Antonio Cereda, artista surreale , ediz. Laser

english version

ANTONIO CEREDA, MERCURIO PSICOPOMPO: A LUI FONTANA SI ISPIRA E NE SINTETIZZA L'OPERA NEI BUCHI E NEI TAGLI

Antonio Cereda, Mercurio psicopompo (Mercurio, Hermes o Ermes, è il messaggero degli Dei, ovvero il Dio della ricerca e dell'indagine psicoanalitica).

Lucio Fontana sul cartoncino di una mostra di Cereda, così scrive: " gli oggetti di Cereda stanno nell'arte o fuori dell'arte? Nell'arte tradizionale no. Per me sono documenti dell'evoluzione dell'arte nel tempo. ?

A sinistra: Antonio Cereda con lo scultore ed amico Lucio Fontana (al centro) alla Galleria del naviglio (1958), mentre parlano dei tagli.


Questa frase, alquanto oscura per me, è apparsa molto chiara nel proseguire i miei studi su Cereda. Questo concetto è analizzato nella mia ricerca: Antonio Cereda, Artista surreale a cui ho dedicato cinque anni di lavoro nella raccolta di documenti, di interviste con alcuni componenti della scuola di Milano (a cui aderirono Fontana, Baj, Dova, Crippa, Dangelo e altri), con collezionisti, colleghi di fabbrica, alla raccolta di foto delle Opere, etc.

Cereda è stato alla ribalta dagli anni '50 agli anni '70, periodo in cui è presente nelle migliori gallerie d'Arte. È uno dei fondatori della galleria " San Luca ? di Monza, in cui espone insieme a Sironi e a famosi artisti contemporanei. È tuttora presente nel museo Bonzagni di Cento, Ferrara, insieme a Fontana, Sironi, Pomodoro, Reggiani,etc. Alcuni suoi quadri si trovano nei musei di Mosca. Espone tra l'altro nella galleria dei Pirelli, direttore Severgnini, attuale amministratore alla scala di Milano. Inoltre è presente alla Biennale di Venezia .

 

Antonio Cereda "Nella Roccia" 1963

Olio e acqua pesante su tela e colori al'acido.

Cm 114x138 (base)
Museo Bonsagni di Cento (Ferrara)
Palazzo del Guercino

In memoria di Bonsagni artista .
Vi figurano:
Baj, Peverelli, Birilli, Borgese, Dangelo, Funi, De Pisis, Dova, Dudreville, Marussig, Meloni, Minguzzi, Borlotti, i Fratelli Pomodoro, Reggiani, Scanalino, Sironi, Treccani, Tavernari e altri importanti artisti
.





Cereda come Mercurio psicopompo, che è Dio della ricerca e dell'indagine psicoanalitica, ha le capacità di trasformare in esplicito ciò che è taciuto, portando fuori quello che stenta a restare dentro. Sorprende, perciò, vedere Ermes, che è il Dio della comunicazione, nel momento in cui il discorso parlato cade e si spegne sottolineando il momento più alto: la morte (la quale è silenzio assoluto, per questo Ermes quando si presenta nella veste di psicopompo, di accompagnatore delle anime, suscita attorno a sé il silenzio che caratterizza il regno dell'aldilà che nella psicoanalisi significa esplorazione dell'anima).

" Le opere di Cereda sono un'occasione preziosa per riscoprire il lungo magistero di un'Artista che ha fatto dell'inconscio la fonte della sua poetica ? (Avvenire 22-5-99).

" L'Arte come manifestazione immediata dello psichico, come la grande tradizione europea insegna, ma come vuole anche la cosiddetta Scuola di Milano? ( Avvenire 18-11-99).

L'Artista che negli anni '50 è maestro all'interno del gruppo Nucleare, formato da Baj, Dangelo, Peverelli, Fontana, che adotta la tecnica pittorica inventata da Cereda: l' acqua pesante : " Questa tecnica pittorica gli consente la resa d'immagini drammatiche evocatrici di associazioni inconsce ? (Melisa Garzonio, Vivimilano 19-3-99).

 
Antonio Cereda
"Le figure dell'anima" 1950

Olio e acqua pesante
su tela

70x100

 

Cereda nasce a Monza nel 1921. La madre è nipote di Papa Ratti, la nonna paterna è una Donizetti. Da giovane frequenta Bucci e Frisia e la Scuola d'arte Mosè Bianchi di Monza, poi l'Accademia di Belle Arti di Brera. Segue Carrà alla Scala di Milano e gli ambienti artistici milanesi. Dopo aver vissuto un'adolescenza tormentata, a tredici anni assiste al suicidio di una persona a cui tenta di portare soccorso.


Antonio Cereda "L' uomo e le teste" 1989
acqua pesante e tempera su carta
48 x 46

L'uomo trasformato in animale urla con la testa di lupo o di cane. In mano porta una testa; dal ventre gonfio esce un cranio che urla con una bocca scura una incommensurabile angoscia, gli occhi rivolti in opposta direzione respingono la macabra visione, sulla spalla una spiritello indica la via (Hermes psicopompo).
La figura priva di piedi significa la non aderenza al suolo, alla terra. La grande sofferenza disumana, lo priva della realtà oggettiva (MFL).


Poi novello psicopompo porta la notizia ai parenti del poveretto presso il bar di via Luciano Manara a Monza, qui incontra il maestro Bucci. Il padre si oppone con violenza alla vocazione di artista del ragazzo per il quale auspica studi superiori e l'università. Appena ventenne viene coinvolto nella seconda guerra mondiale, nella campagna di Russia. Viene ferito alla testa mentre guida, moderno Mercurio, una moto 500 BSA, come portaordini di prima linea tra una compagnia e l'altra. Fa tutta la ritirata a piedi.

Cereda alterna la pittura al lavoro in fabbrica presso la Pirelli, dove opera di notte, di giorno si occupa d'arte. Nella fabbrica Cereda lavora nel settore "nerofumo?, dove vi sono i pozzi buchi neri dove i treni versano la polvere nera per le gomme (da questi buchi si accede all' Ade). Poi ottiene uno studio in fabbrica dove crea le sue Opere e i vertici le collezionano.

Qui nella Pirelli, fin dagli anni '40 trova i colori dell' "acqua pesante? da lui elaborata, composta di catrame, acqua , acidi, nerofumo mescolati. Questa tecnica mette in evidenza come nel linguaggio simbolico, il catrame rappresenti tutto ciò che sta sotto e l'acqua, la memoria. Le bollicine scure dell'acqua pesante sono buchi disegnati, porte aperte verso il profondo.
Si evidenziano i nessi, i collegamenti, tra la tecnica pittorica, i tagli e i buchi di Fontana, che hanno, a nostro avviso, la loro genesi nell' acqua pesante di Cereda, che nella propria Opera cerca di raggiungere ciò che non è immediatamente visibile. Questo cammino all'interno dell'organismo sposta l'attenzione sul mondo del sogno, dell'incoscienza, sul quale aveva indagato Freud e poi Jung. Come Franz Kafka in letteratura, Cereda nelle sue opere guarda al di là dell'oggetto e porta alla superficie delle figure e dei gesti nascosti negli anfratti oscuri dell'inconscio, e sviluppa un'altra realtà umana, quella dei sogni, delle attività subcoscienti, degli incubi e delle angosce non comuni, ma il dramma viene superato dalla poetica surreale in cui le immagini sono opposte, provvisorie, sorprendenti. Nonostante l'apparente conservazione delle forme della pittura tradizionale, la visione assume una portata rivoluzionaria: se l'assurdo e l'irreale penetrano così profondamente nella realtà, al punto di identificarsi con essa, la realtà stessa finisce per risultare come la dimensione più assurda dell'esistenza.

 

Antonio Cereda "I mostri nello spazio ed i paesaggi della memoria" 1992
acqua pesante ed olio su carta
48 x 56

Particolare: Autoritratto
Il particolare è il volto in un atteggiamento drammatico risolto con una velata immagine di sorriso surreale.
La spada che esce dal cranio lascia sfuggire la realtà tormentosa e la memoria torna ad una immagine bucolica di mondina. (MFL)


Cereda ad una mostra di Dangelo nel 1995 a Gallarate


Il surrealismo , a cui Cereda si ispira tende a razionalizzare l'irrazionale, espresso con un linguaggio normale, come nelle narrazioni di Kafka. Propone la più radicale delle rivoluzioni artistiche (contro il positivismo e il tecnicismo didattico della Bauhaus per cui secondo Guillome Apollinaire, l'Arte deve cessare di essere rappresentativa, vuota immagine, ma aderenza totale all'attività psichica pura, quando il pensiero si spoglia della ragione, delle strutture del convenzionale.



 
Antonio Cereda "Gli Acrobati" 1945 (46-47)


Olio e acqua pesante su tela

50 x 69,5

L'opera ispirata alla propria esperienza personale nel circo, è stata fatta su tela ricavata da un lenzuolo di casa, in basso si vedono i punti o buchi dell' impuntura.
I punti neri che si intravedono qua e la sono di catrame.
Quasi al centro del quadro una mano sorregge per i capelli una testa.


Antonio Cereda "laika nella spazio"
olio e acqua pesante su tela
130 x 110
Premio città di Monza 1956
2° Classificato

Commissione di accettazione e Premiazione:

Pittori: Felice Castrati, Cristoro de Amicis, Gastone Freddo, Achille Funi, Leonardo Spreafico

Critico d'Arte: Guido Ballo

Per il Sindaco , la pittrice Pina Sacconaghi.
Segretario del premio il Dott. Gianfranco Cerutti
Direttore delle vendite: Dott. Ettore Gianferrari
.

 

La riuscita di Cereda, consiste nella lealtà verso se stesso, verso la spontaneità dell'espressione artistica, non priva di profonda meditazione supportata dalle tecniche pittoriche inventate come l'acqua pesante, le tecniche speciali con la fiamma ossidrica con cui incolla legno a legno e le tecniche della fusione della plastica.



 

Maria Fortunata Lombardo

La galleria seleziona giovani artisti di valore, ne cura la critica e le pubbliche relazioni.


GALLERIA CIVICA. Personale del monzese fino al  10 novembre
Cereda, pittore schivo e intrigante
Nel catalogo della Lombardo affondo critico sull'<< acqua  pesante>>

Giornalista Publicista Critico d`arte

MariaFortunata Lombardo  iscritta al`albo
giornalisti Lombardia con scultura di Cereda
 in plastica

Continua la personale di
Antonio Cereda presso la
Galleria civica di via Cam-
perio. In mostra una sele-
zione dei lavori del pittore monzese dagli anni Cin
quanta alle fasi più recenti.
La mostra è supportata da
un catalogo a cura di Maria
 Fortunata Lombardo, in
cui è presente un'approfon-
dita tesi critica sull'attività
di Cereda e sulle sue ricer-
che in ambito materico, con
particolare attenzione alla
tecnica  dell' acqua pesante
da lui messa a punto.
La rassegna resterà aperta al
ubblico fino al 10 novembre dal martedì alla domenica dalle 15 alle 19.

Dal "Cittadino di Monza" 24-10-2002 page 39

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