TITOLO 
                DELLA MOSTRA: 
                
                
              ANTONIO 
                CEREDA, MAESTRO DELLA SCUOLA DI MILANO 
                
                
                
                
                      Personale 13 Maggio-13 Luglio 2004 
                      Inaugurazione
                          Giovedì 13 maggio
                        2004 ore 18.30 
                      Orari
                          mostra: Lunedì-Venerdì ore
                        ufficio (è gradito appuntamento) 
                      Sabato e Festivi con appuntamento 
                      
              ANTONIO 
                CEREDA, PITTORE E SCULTORE PRESENTACIRCA QUARANTA OPERE RACCOLTE 
                PRESSO I COLLEZIONISTI. 
                
                
                
              LAVORI 
                CON ACQUA PESANTE SU TELA E SU CARTA. 
                
                
              Monografia 
                a cura di Maria Fortunata Lombardo: 
                Antonio Cereda, artista surreale , ediz. Laser 
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 english version 
              ANTONIO CEREDA, MERCURIO PSICOPOMPO: A LUI FONTANA SI
                        ISPIRA E NE SINTETIZZA L'OPERA NEI BUCHI E NEI TAGLI 
                      Antonio
                          Cereda, Mercurio psicopompo (Mercurio, Hermes o Ermes, è il
                          messaggero degli Dei, ovvero il Dio della ricerca e
                        dell'indagine psicoanalitica). 
                      
              Lucio Fontana 
                sul cartoncino di una mostra di Cereda, così scrive: “ 
                gli oggetti di Cereda stanno nell'arte o fuori dell'arte? 
                Nell'arte tradizionale no. Per me sono documenti dell'evoluzione 
                dell'arte nel tempo. ” 
                      
              
                 
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                      A 
                        sinistra: Antonio Cereda con lo scultore ed amico Lucio 
                        Fontana (al centro) alla Galleria del naviglio (1958), 
                        mentre parlano dei tagli. 
  
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              Questa 
                frase, alquanto oscura per me, è apparsa molto chiara nel 
                proseguire i miei studi su Cereda. Questo concetto è analizzato 
                nella mia ricerca:  Antonio Cereda, Artista surreale  
                a cui ho dedicato cinque anni di lavoro nella raccolta di documenti, 
                di interviste con alcuni componenti della scuola di Milano 
                 (a cui aderirono Fontana, Baj, Dova, Crippa, Dangelo e 
                altri), con collezionisti, colleghi di fabbrica, alla raccolta 
                di foto delle Opere, etc. 
              Cereda 
                è stato alla ribalta dagli anni '50 agli anni '70, periodo 
                in cui è presente nelle migliori gallerie d'Arte. È 
                uno dei fondatori della galleria “ San Luca ” di Monza, 
                in cui espone insieme a Sironi e a famosi artisti contemporanei. 
                È tuttora presente nel museo Bonzagni  di Cento, 
                Ferrara, insieme a Fontana, Sironi, Pomodoro, Reggiani,etc. Alcuni 
                suoi quadri si trovano nei musei di Mosca. Espone tra l'altro 
                nella galleria dei Pirelli, direttore Severgnini, attuale amministratore 
                alla scala di Milano. Inoltre è presente alla Biennale 
                di Venezia . 
               
              
                 
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                  | Antonio 
                      Cereda "Nella Roccia" 1963  Olio e acqua pesante su 
                      tela e colori al'acido. Cm 114x138 (base)Museo Bonsagni di Cento (Ferrara)
 Palazzo del Guercino
 In 
                      memoria di Bonsagni artista .Vi figurano:
 Baj, Peverelli, Birilli, Borgese, Dangelo, Funi, De Pisis, 
                      Dova, Dudreville, Marussig, Meloni, Minguzzi, Borlotti, 
                      i Fratelli Pomodoro, Reggiani, Scanalino, Sironi, Treccani, 
                      Tavernari e altri importanti artisti.
 
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                Cereda come Mercurio psicopompo, che è Dio della ricerca 
                e dell'indagine psicoanalitica, ha le capacità di trasformare 
                in esplicito ciò che è taciuto, portando fuori quello 
                che stenta a restare dentro. Sorprende, perciò, vedere 
                Ermes, che è il Dio della comunicazione, nel momento in 
                cui il discorso parlato cade e si spegne sottolineando il momento 
                più alto: la morte (la quale è silenzio assoluto, 
                per questo Ermes quando si presenta nella veste di psicopompo, 
                di accompagnatore delle anime, suscita attorno a sé il 
                silenzio che caratterizza il regno dell'aldilà che nella 
                psicoanalisi significa esplorazione dell'anima). 
              “ 
                Le opere di Cereda sono un'occasione preziosa per riscoprire 
                il lungo magistero di un'Artista che ha fatto dell'inconscio la 
                fonte della sua poetica ” (Avvenire 22-5-99). 
              “ 
                L'Arte come manifestazione immediata dello psichico, come 
                la grande tradizione europea insegna, ma come vuole anche la cosiddetta 
                Scuola di Milano”  ( Avvenire 18-11-99). 
              L'Artista 
                che negli anni '50 è maestro all'interno del gruppo Nucleare, 
                formato da Baj, Dangelo, Peverelli, Fontana, che adotta la tecnica 
                pittorica inventata da Cereda: l' acqua pesante : “ Questa 
                tecnica pittorica gli consente la resa d'immagini drammatiche 
                evocatrici di associazioni inconsce ” (Melisa Garzonio, Vivimilano 
                 19-3-99). 
                
              
 
                  |  |  | 
                 
                  | Antonio 
                      Cereda "Le figure dell'anima" 1950
 Olio 
                      e acqua pesante su tela
 70x100 
                      
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              Cereda 
                nasce a Monza nel 1921. La madre è nipote di Papa Ratti, 
                la nonna paterna è una Donizetti. Da giovane frequenta 
                Bucci e Frisia e la Scuola d'arte Mosè Bianchi di Monza, 
                poi l'Accademia di Belle Arti di Brera. Segue Carrà alla 
                Scala di Milano e gli ambienti artistici milanesi. Dopo aver vissuto 
                un'adolescenza tormentata, a tredici anni assiste al suicidio 
                di una persona a cui tenta di portare soccorso.
              
              
              
                 
                  |  | Antonio 
                      Cereda "L' uomo e le teste" 
                      1989acqua pesante e tempera su carta
 48 x 46
 L'uomo 
                      trasformato in animale urla con la testa di lupo o di cane. 
                      In mano porta una testa; dal ventre gonfio esce un cranio 
                      che urla con una bocca scura una incommensurabile angoscia, 
                      gli occhi rivolti in opposta direzione respingono la macabra 
                      visione, sulla spalla una spiritello indica la via (Hermes 
                      psicopompo).La figura priva di piedi significa la non aderenza al suolo, 
                      alla terra. La grande sofferenza disumana, lo priva della 
                      realtà oggettiva (MFL).
 
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                Poi novello psicopompo porta la notizia ai parenti del poveretto 
                presso il bar di via Luciano Manara a Monza, qui incontra il maestro 
                Bucci. Il padre si oppone con violenza alla vocazione di artista 
                del ragazzo per il quale auspica studi superiori e l'università. 
                Appena ventenne viene coinvolto nella seconda guerra mondiale, 
                nella campagna di Russia. Viene ferito alla testa mentre guida, 
                moderno Mercurio, una moto 500 BSA, come portaordini di prima 
                linea tra una compagnia e l'altra. Fa tutta la ritirata a piedi. 
                
              Cereda 
                alterna la pittura al lavoro in fabbrica presso la Pirelli, dove 
                opera di notte, di giorno si occupa d'arte. Nella fabbrica Cereda 
                lavora nel settore “nerofumo”, dove vi sono i pozzi buchi 
                neri  dove i treni versano la polvere nera per le gomme (da 
                questi buchi si accede all' Ade). Poi ottiene uno studio in fabbrica 
                dove crea le sue Opere e i vertici le collezionano. 
              Qui 
                nella Pirelli, fin dagli anni '40 trova i colori dell' “acqua 
                pesante” da lui elaborata, composta di catrame, acqua , acidi, 
                nerofumo mescolati. Questa tecnica mette in evidenza come nel 
                linguaggio simbolico, il catrame rappresenti tutto ciò 
                che sta sotto e l'acqua, la memoria. Le bollicine scure dell'acqua 
                pesante sono buchi disegnati, porte aperte verso il profondo.
 
                Si evidenziano i nessi, i collegamenti, tra la tecnica pittorica, i tagli e i 
                buchi di Fontana, che hanno, a nostro avviso, la loro genesi nell' 
                acqua pesante  di Cereda, che nella propria Opera cerca 
                di raggiungere ciò che non è immediatamente visibile. 
                Questo cammino all'interno dell'organismo sposta l'attenzione 
                sul mondo del sogno, dell'incoscienza, sul quale aveva indagato 
                Freud e poi Jung. Come Franz Kafka in letteratura, Cereda nelle 
                sue opere guarda al di là dell'oggetto e porta alla superficie 
                delle figure e dei gesti nascosti negli anfratti oscuri dell'inconscio, 
                e sviluppa un'altra realtà umana, quella dei sogni, delle 
                attività subcoscienti, degli incubi e delle angosce non 
                comuni, ma il dramma viene superato dalla poetica surreale in 
                cui le immagini sono opposte, provvisorie, sorprendenti. Nonostante 
                l'apparente conservazione delle forme della pittura tradizionale, 
                la visione assume una portata rivoluzionaria: se l'assurdo e l'irreale 
                penetrano così profondamente nella realtà, al punto 
                di identificarsi con essa, la realtà stessa finisce per 
                risultare come la dimensione più assurda dell'esistenza. 
                
                      
               
              
                
                  |  | Antonio 
                      Cereda "I mostri nello spazio 
                      ed i paesaggi della memoria" 1992acqua pesante ed olio su carta
 48 x 56
 Particolare: 
                      Autoritratto Il particolare è il volto in un atteggiamento drammatico 
                      risolto con una velata immagine di sorriso surreale.
 La spada che esce dal cranio lascia sfuggire la realtà 
                      tormentosa e la memoria torna ad una immagine bucolica di 
                      mondina. (MFL)
 
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                  | 
   | Cereda ad una mostra 
                      di Dangelo nel 1995 a Gallarate | 
              
              
                Il surrealismo , a cui Cereda si ispira tende a razionalizzare 
                l'irrazionale, espresso con un linguaggio normale, come nelle 
                narrazioni di Kafka. Propone la più radicale delle rivoluzioni 
                artistiche (contro il positivismo e il tecnicismo didattico della 
                Bauhaus per cui secondo Guillome Apollinaire, l'Arte deve cessare 
                di essere rappresentativa, vuota immagine, ma aderenza totale 
                all'attività psichica pura, quando il pensiero si spoglia 
                della ragione, delle strutture del convenzionale. 
                
                
              
              
                 
                  |  |  | 
                 
                  | Antonio Cereda "Gli 
                      Acrobati" 1945 (46-47)  Olio e acqua pesante su tela
 50 
                      x 69,5 L'opera 
                      ispirata alla propria esperienza personale nel circo, è 
                      stata fatta su tela ricavata da un lenzuolo di casa, in 
                      basso si vedono i punti o buchi dell' impuntura.I punti neri che si intravedono qua e la sono di catrame.
 Quasi al centro del quadro una mano sorregge per i capelli 
                      una testa.
 
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                  |  | Antonio Cereda "laika 
                      nella spazio"olio e acqua pesante su tela
 130 x 110
 Premio città di Monza 1956
 2° Classificato
 Commissione 
                      di accettazione e Premiazione: Pittori: 
                      Felice Castrati, Cristoro de Amicis, Gastone Freddo, Achille 
                      Funi, Leonardo Spreafico Critico 
                      d'Arte: Guido Ballo Per 
                      il Sindaco , la pittrice Pina Sacconaghi.Segretario del premio il Dott. Gianfranco Cerutti
 Direttore delle vendite: Dott. Ettore Gianferrari.
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              La 
                riuscita di Cereda, consiste nella lealtà verso se stesso, 
                verso la spontaneità dell'espressione artistica, non priva 
                di profonda meditazione supportata dalle tecniche pittoriche inventate 
                come l'acqua pesante, le tecniche speciali con la fiamma ossidrica 
                con cui incolla legno a legno e le tecniche della fusione della 
                plastica.
                      
              
              
              
                
                      Maria Fortunata Lombardo